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festa di sant'uberto

domenica 3 novembre 2013 - ore 15:00

Da qualche anno si celebra in Abbazia la Festa di sant’Uberto, patrono dei Cacciatori, evento promosso dall’Assessorato alla Caccia e Pesca della Provincia di Milano, in collaborazione con la Delegazione italiana del Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna.

Questo anno il programma, oltre alla santa messa, prevede anche un torneo di arco storico con alcune delle compagnie che nel mese di maggio partecipano alla rievocazione Trecentesca. A seguire degustazione del cibo dei cacciatori: invitato speciale il cervo!

arcieri in rievocazione storicaProgramma

  • ore 15:00 Dimostrazioni dei Falconieri della compagnia Compagni di viaggio
  • ore 15:30 Torneo di arco storico in piazza.
    Partecipano: Compagnia di Porta Giovia (Milano), compagnia di Ulrich Von Starkenberg (Bolzano), compagnia dei Milites Morimundi (Morimondo, Abbiategrasso Albairate e Casorate Primo), compagnia del Corvo di Selene (Varese) e compagnia degli Arcieri viscontei (Casorate Primo)
  • ore 17:00 Santa Messa in Abbazia con tutte le associazioni provinciali dei cacciatori; anima la liturgia un Equipaggio di corni da caccia dell’Alto Adige
  • ore 18:00 Al temine della messa polenta e cervo per tutti (offerta libera). Si ringraziano gli alpini di Abbiategrasso

Chi era Uberto? Sant’Uberto è noto come l’apostolo delle Ardenne e all’inizio dell’VIII secolo è stato vescovo di Maastricht e di Liegi. La leggenda racconta che un giorno, mentre partecipava a una battuta di caccia, il giovane e nobile Uberto avvistò un cervo che rimase impigliato con i palchi alle fronde di un albero. Nell’avvicinarsi vide sopra al cervo la croce di Cristo e da quel momento Uberto cambiò la sua vita, cercando la felicità al di sopra delle cose di questo modo. Il cervo nel suo significato religioso richiama il Risorto: proprio con i palchi che si rinnovano ciclicamente è simbolo della rigenerazione della vita cristiana inizia dalla risurrezione di Gesù.

Perché a Morimondo? Due particolari legano Morimondo al cervo e ai cacciatori. Il bacino ceramico più alto posto nella facciata della chiesa abbaziale rappresenta un cerbiatto: rievoca il Cantico dei cantici (testo prediletto da san Bernardo), sia in riferimento all’anima che anela alla fonte dell’acqua della vita sia allo “sposo” Gesù che viene incontro alla Chiesa. Negli anni sessanta del XII secolo presso Morimondo si trovavano accampati dei cacciatori dell’imperatore Federico I. Dopo aver catturato nei boschi circostanti l’abbazia un cervo per il loro imperatore, vennero fermati dai cacciatori locali. Probabilmente per intercessione dei cistercensi di Morimondo, i cacciatori imperiali vennero liberati, ma… non il cervo.

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